Plastics Recyclers Europe ha pubblicato uno studio realizzato da Bio Intelligence Services (in PDF), che valuta su scala europea l’impatto di un tasso di riciclo della plastica oltre il 60%. […] In un’economia che prevalentemente importa materie plastiche da fuori Europa, riciclarne di più localmente, invece di sotterrarle o distruggerle, avrebbe ricadute positive sul territorio, sia per l’ambiente che per l’economia e la gestione delle risorse. Lo studio ha calcolato che l’aumento dal 26% al 62% della percentuale di riciclo permetterebbe la creazione di oltre 360 mila nuovi posti di lavoro. L’utilizzo di plastiche riciclate al posto di plastiche vergini porterebbe notevoli risparmi alle industrie di trasformazione, valutabili in 4,5 miliardi di euro all’anno. [tratto da Sporco Diario leggi tutto] Il riciclo e il recupero dei rifiuti degli imballaggi a fine vita sono ormai una realtà consolidata; in Europa, nel 2013 (ultimo dato disponibile) è stato recuperato il 69% degli imballaggi immessi al consumo, con una quota maggiore di quasi il 55% destinata a riciclo, rispettando così gli obiettivi che l’UE si è data. Nel 2014, il dato italiano di recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica, ha mostrato un tasso del 79% (38% a riciclo e 41% a recupero energetico). Per il 2015 il tasso è stato dell’84% (41% a riciclo e 44% a recupero energetico). (tratto da L’Italia del Riciclo 2016 – in PDF)

I materiali plastici da intercettare:
• bottiglie per liquidi e bevande;
• recipienti per liquidi non pericolosi;
• vasche e vasetti;
• imballaggi plastici;
• film plastico;
• gomme e fibre sintetiche;
• contenitori sigle PE, PET e PVC.
NO pneumatici e sanitari

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