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“Climate change may exacerbate water scarcity and lead to sharp increases in food costs. The pressures caused by climate change will influence resource competition while placing additional burdens on economies, societies, and governance institutions around the world. These effects are threat multipliers that will aggravate stressors abroad such as poverty, environmental degradation, political instability, and social tensions – conditions that can enable terrorist activity and other forms of violence“.

“Il cambiamento climatico può esacerbare la scarsità dell’acqua e portare a notevoli aumenti dei costi alimentari. Le pressioni causate dai cambiamenti climatici influenzeranno la concorrenza delle risorse, ponendo ulteriori oneri alle economie, alle società e alle istituzioni di governo in tutto il mondo. Questi effetti sono moltiplicatori di minaccia che aggravano gli stress all’estero come la povertà, il degrado ambientale, l’instabilità politica e le tensioni sociali – condizioni che possano consentire l’attività terroristica e altre forme di violenza “.
E’ quanto si legge nel Quadrennial Defense Review del 2014 (in pdf) realizzata dal Dipartimento della Difesa statunitense.

Il cambiamento climatico nel Medio Oriente miete più morti dei conflitti: 230mila vittime l’anno
Più della guerra è il cambiamento climatico che sta rendendo difficile vivere in Medio Oriente […] Le estati nel Medio Oriente non sono mai state così calde: a riportarlo gli studi nel settore pubblicati in Olanda ad Aprile, che hanno registrato un aumento della temperatura diurna di 7° nel corso del secolo. A mettere insieme questi numeri, un articolo dell’Economist, che presenta anche un altro rapporto americano nel quale viene stimato che il numero delle tempeste di sabbia in Iraq passerà da 120 a 300 in un anno, mentre l’Unep, il Programma ambientale dell’Onu, calcola che il cambiamento climatico uccide annualmente 230mila abitanti dell’Asia occidentale (Penisola araba e nella Mezzaluna Fertile), provocando più vittime di una guerra. […] E questa è una delle situazioni meno critica nell’area. Il Medio Oriente è infatti il Paese dove risiedono più rifugiati: nel mondo il 39% di loro si è temporaneamente stabilito qui, più che in qualunque altre regione del Pianeta. Non bisogna però tralasciare che alcuni di questi problemi sono stati generati dall’uomo, ad esempio l’irrigazione fuori misura ha prosciugato i laghi e trasformato i mari in conche di polvere. Inoltre l’attività di estrazione del petrolio ha decreatto l’abbandono da parte di molti agricoltori dei loro terreni di coltivazione.

Mitigazione dei cambiamenti climatici
Il cambiamento climatico è già in atto ed è destinato a continuare: le temperature sono in aumento, l’andamento delle precipitazioni sta variando, ghiaccio e neve si stanno sciogliendo e il livello medio del mare, si sta innalzando a livello globale. È molto probabile che il riscaldamento sia, per la maggior parte, dovuto all’aumento delle concentrazioni di gas a effetto serra nell’atmosfera dovuto alle emissioni antropogeniche. Per mitigare il cambiamento climatico, dobbiamo ridurre o evitaree queste emissioni.

Al fine di evitare le conseguenze più gravi del cambiamento climatico, i paesi sottoscrittori della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) hanno concordato di limitare al di sotto dei 2 °C  l’aumento della temperatura superficiale media globale rispetto al periodo preindustriale. Per conseguire tale obiettivo, le emissioni globali di gas a effetto serra devono raggiungere il picco nel più breve tempo possibile e quindi diminuire rapidamente. Entro il 2050, le emissioni globali devono essere ridotte del 50 % rispetto ai livelli del 1990, per poi raggiungere,  entro la fine del secolo, la neutralità carbonica . L’UE sostiene l’obiettivo dell’UNFCCC e mira a ridurre, entro il 2050, le proprie emissioni di gas a effetto serra dell’80 – 95 % rispetto ai livelli del 1990. Questi elevati livelli di riduzione tengono conto dei più bassi tassi di riduzione richiesti dai paesi in via di sviluppo.

Cambiamento climatico, cosa c’è da sapere – National Geographic Italia, aprile 2017
Il mondo è più caldo
Il 2016 è stato un anno record, più caldo del 2015, a sua volta più caldo del 2014. L’anno scorso la temperatura media della superficie terrestre, calcolata in base ai dati di migliaia di stazioni, boe e navi meteorologiche, è stata più alta di 0,94 °C rispetto alla media del XX secolo. Anche i satelliti che sorvegliano l’atmosfera hanno rilevato una chiara tendenza al riscaldamento.
La causa siamo noi
Al record dell’anno scorso ha contribuito anche il rilascio di calore dovuto a El Niño, il periodico fenomeno di riscaldamento delle acque del Pacifico. Ma la tendenza al riscaldamento degli ultimi 50 anni non si spiega con cause naturali. I cicli solari durano 11 anni e ogni tanto le eruzioni vulcaniche raffreddano il pianeta. Ma i gas serra delle attività umane formano una coltre sempre più densa, che intrappola il calore sulla superficie.

• pillole – linkografia utile:

Il cambiamento climatico come “moltiplicatore” di minaccia in Medio Oriente

Medio Oriente, il clima della rivolta, Mauro Pompili, 17 Febbraio 2017

Il cambiamento climatico nel Medio Oriente miete più morti dei conflitti: 230mila vittime l’anno, Elis Viettone, 27 agosto 2016

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